LECCE – Dobbiamo abituarci all’idea che i grandi alberi, a volte secolari, che popolano la nostra città vengano gradualmente sostituiti da alberature più compatibili con i cambiamenti climatici e con l’habitat cittadino. “Pini, eucalipti ed altre essenze simili non possono essere piantumate in città, secondo le regole agronomiche moderne” – afferma il dirigente del Settore Ambiente del Comune di Lecce, avvocato Francesco Magnolo, che ieri è intervenuto nella Commissione ambiente di Palazzo Carafa, convocata dalla presidente Fabiola De Giovanni. Nel 2018, quanto il verde pubblico è passato nella sfera del Settore Urbanistica del Comune di Lecce, si è capito che le cose stavano molto male: “A Lecce ci sono tantissimi alberi incompatibili con il tessuto urbano – afferma Magnolo – Le alberature già presenti da 50 o 60 anni presentano problemi di staticità e rappresentano obiettivamente un pericolo”. Il dirigente comunale spiega a tutti i consiglieri che la priorità è l’incolumità pubblica, quindi ha gli anni contati anche il pino di piazza Libertini tutelato dalla Soprintendenza: quando l’agronomo ufficializzerà la richiesta di estirparlo, si procederà. Persino gli eucalipti rappresentano un rischio per i grossi rami che possono collassare sulle auto e sulle persone, con relativi debiti fuori bilancio a carico delle casse comunali.
Le zone a rischio crollo sono tante: dalla 167, con i suoi alberi ormai vetusti, alle marine, fino al trafficatissimo viale Grassi, per non parlare di Borgo Piave. Il team di esperti comunali è già intervenuto sull’ex Galateo, Villa comunale ed ex campo Montefusco. Ma i grandi alberi di pino cadono persino nelle scuole elementari, al primo temporale, com’è avvenuto al IV Circolo l’anno scorso. Il dirigente Magnolo spiega che non si può fare tutto dalla sera alla mattina, perché le essenze sono tante e gli interventi richiedono tanto tempo. Però le risorse ci sono: il PNRR prevede rifacimento e interventi sulle alberature di tutte le città, dai centri alle periferie. “Procederemo con l’abbattimento degli alberi pericolosi e con la piantumazione di alberi più idonei, però vorrei spiegare che anche l’agronomo più bravo non è un mago – puntualizza il dirigente Magnolo – Nessuno può sapere se l’albero cadrà o resisterà fino all’intervento programmato. Alcune volte gli alberi cadono anche senza che ce ne sia motivo. Gli eventi metereologici che si sono verificati negli ultimi tre anni non erano conosciuti al tempo in cui sono stati piantati quegli alberi. Acquazzoni così abbondanti provocano un indebolimento delle radici, com’è accaduto per l’albero di Santa Rosa rovinato al suolo di recente”. Le risorse del PNRR, come puntualizza il dirigente comunale, sono a disposizione per cambiare le alberature pericolose di ogni città (“perché i pini non sono idonei ai luoghi fortemente antropizzati”). Non c’è una periferia o una marina dove non ci siano alberi a rischio crolli. Anche nel cimitero si sono registrati dei crolli: le alberature di quella zona sono state piantate in gruppo e il taglio di un albero indebolisce gli altri. “Stiamo intervenendo prima sugli alberi più pericolosi per poi passare in rassegna tutti gli altri” – spiega Magnolo. Il centrosinistra concorda con il dirigente: il consigliere Giovanni Occhineri è convinto che sia necessario tagliare e piantare nuovi alberi, magari due o tre per ogni pino tagliato. Marco De Matteis è contento “perché ora, quando crolla un albero, non si cerca il capro espiatorio” e centrodestra e centrosinistra sono disposti a lavorare insieme per il bene della città. La realtà è amara: scomparirà un albero tipico dei grandi viali e di tante aree della nostra città. In alcuni punti delle circonvallazioni sono stati già stati rimossi alberi vetusti e giganteschi, utilissimi nelle estati a 40 gradi. Nelle immagini vedete gli alberi abbattuti a Santa Rosa, dopo il crollo di un grosso pino. Un cambiamento epocale si intravede all’orizzonte.