SALENTO – Non doversi procedere perché l’imputato non è stato rintracciato per consentire ai carabinieri di potergli notificare l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare. Per due volte (l’ultima a fine ottobre) i carabinieri si presentano in casa di un 28enne di origini cubane, residente a Milano, ma dell’imputato, barman e animatore, si sono perse le tracce. Il giovane rischiava di finire sul banco degli imputati con l’accusa di violenza sessuale accompagnata da una serie di aggravanti per lo stupro di una turista 12enne in un resort nella zona degli Alimini (in Salento) dove il giovane lavorava: preparava cocktail e faceva l’animatore.
Il processo, però, non si aprirà. In virtù degli effetti contenuti nella riforma Cartabia, è stato dichiarato chiuso ancor prima di iniziare così come disposto dalla giudice del Tribunale di Lecce, Anna Paola Capano, ricevuto il verbale di vane ricerche trasmesso dai carabinieri milanesi. Il caso risale al 26 agosto del 2022: una delle ultime feste di una stagione turistica che si avviava verso la conclusione. Musica, balli e discoteca all’aperto. Poi di notte, il party sarebbe proseguito in spiaggia. Tra gli ospiti della struttura c’era anche la 12enne. Era arrivata in Salento con la sua famiglia, da un paesino della provincia di Viterbo.
E, secondo il suo racconto confermato mesi dopo nel corso dell’incidente probatorio, mentre ballava in pista sarebbe stata avvicinata dall’animatore che le avrebbe offerto un cocktail. Subito dopo, sarebbe stata convinta a staccarsi dal gruppo di amici che erano con lei e a raggiungere i bagni dove l’animatore l’avrebbe costretta a subire una serie di toccatine e palpeggiamenti su tutto il corpo. Con una tale violenza da rimanere anche dolorante. I presunti abusi vennero a galla qualche ora dopo quando la 12enne decise di parlarne con con gli altri animatori. Con la madre, invece, riuscì a confidarsi quando rientrò dalle vacanze in Salento. Ad ottobre del 2022, venne depositata una denuncia dando il via alle indagini.
E su quanto accaduto quella notte, gli inquirenti non hanno mai potuto raccogliere la versione del presunto molestatore rimasto sempre uccel di bosco in tutti questi anni. Mesi fa, nel corso della prima udienza preliminare, era stata comunicata la sua irreperibilità. Ribadita in queste ore nella successiva udienza. E il molestatore, difeso dall’avvocato Massimo Pagliaro, rimarrà un fantasma. In attesa di una nuova riapertura del processo se l’imputato dovesse essere rintracciato. Con buona pace per i genitori della 12enne che, per il momento, come la figlia, assititi dall’avvocato Giuseppe Minerva insieme al collega Giuliano Migliorati (foro di Viterbo) non potranno avere alcun tipo di giustizia.