LECCE – È un rapporto intenso, come fosse un padre; e del resto chi non ha discusso con il proprio genitore nella vita, magari in momenti difficili, complicati, in cui si è sotto pressione.
Ci sono situazioni che possono incattivire una persona; complice lo stato emotivo e il particolare momento. È quello che è accaduto in Lecce-Parma, un episodio che Ramadani ha stigmatizzato subito. Ma facciamo un passo indietro:
Durante la partita Lecce-Parma, al 75’ Gotti decise di mettere in campo Rafia e Pierotti per Ramadani e Tete Morente. Ramadani lascia il campo con palese disappunto nei confronti del tecnico.
“Non è mai successo nella mia carriera, è stata la prima volta, è stato un gesto bruttissimo. Io in partita ero molto nervoso, molto caldo, e ho fatto questo… E vorrei chiedere scusa al mister davanti a tutti. L’ho già fatto davanti ai giocatori a fine partita, ma oggi voglio farlo davanti a tutti. Lui è come un padre per me, mi dice che cosa fare per andare avanti, per crescere, questo per me è molto importante”.
Gotti non nasconde l’amarezza per il gesto anche perché, come sottolinea il mister, il gesto del centrocampista albanese non rispecchia la sua personalità, e si rischia di avere un’idea di Ramadani del tutto sbagliata:
“A fine gara oltre a chiedermi scusa davanti ai compagni, mi aveva chiesto di venire in conferenza stampa subito, per scusarsi anche davanti alla stampa. Poi però a fine partita io devo fare il giro delle sette chiese (si riferisce a tutte le interviste a partire da DAZN, Sky etc…) e quindi abbiamo rimandato. Ma, ripeto, ci tengo che l’immagine di Ramadani non sia distorta perché lui non è così. L’ho sostituito e peraltro aveva fatto una buona partita, lui ha reagito in un modo che non lo rispecchia”.