ORTELLE/MAGLIE (Lecce) – A distanza di 11 anni, non c’è ancora alcun colpevole per la morte del maresciallo della Guardia di Finanza Fedele De Luca, 48 anni, originario di Ortelle, deceduto il 15 luglio 2013 sulla strada provinciale 363 all’altezza dello svincolo per Muro Leccese. Il 48enne, originario di Ortelle, si stava recando, a bordo della propria auto, a Maglie, dove, come ogni mattina, avrebbe dovuto prendere il pullman per raggiungere Bari, per prestare servizio. Tuttavia, per cause rimaste ignote, perse il controllo del proprio mezzo ed impattò contro un guardrail morendo sul colpo. Per questa tragedia, tre dipendenti della Provincia di Lecce, ente titolare della provinciale, furono condannati in primo grado per omicidio colposo. Si tratta dei Geometri Raffaele Pati, Francesco Silipo e del capo-cantoniere Oronzo Brocca che, secondo l’accusa, avrebbero dovuto rimuovere quella barriera di sicurezza che colpì mortalmente De Luca.
La Corte di Appello di Lecce (presidente Teresa Liuni, a latere Francesco Cacucci e Adriana Almiento) ha accolto i ricorsi avanzati dalle difese degli imputati: gli avvocati Stefano Rizzelli, Rita Ciccarese, Daniela Felline e Luigi Suez, ed ha annullato la sentenza di primo grado, trasmettendo gli atti alla Procura di Lecce per una nuova formulazione del capo di imputazione. Secondo i giudici di appello, infatti, “gli imputati erano sprovvisti dei poteri decisionali per adottare gli adempimenti, oggetto di contestazione, sicuramente idonei a garantire l’integrità fisica degli utenti della strada”. Ed ancora, continua la Corte, ai tre “competeva esclusivamente di intervenire per la “manutenzione e gestione” dei tratti stradali assegnati all'”Area di intervento /Gruppo Sud” e delle relative pertinenze, non certo quello di procedere alla “rimozione” delle barriere di protezione o all'”adozione” di accorgimenti tecnici finalizzati ad eliminare elementi di pericolosità in tali pertinenze di esercizio delle strade pubbliche”.
Sulla base di queste motivazioni, la condanna emessa in primo grado è stata annullata, così come le provvisionali in denaro già riconosciute ai parenti della vittima (tra i 25mila e i 50mila euro) che si erano costituite parti civili con l’avvocato Giuseppe Pilon.
Si ripartirà dunque da zero: spetterà alla Procura formulare una nuova imputazione che possa finalmente fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente che portò alla morte del maresciallo De Luca.